Oggi parliamo di una tradizione culinaria tanto sconosciuta ai più quanto affascinante: quella del popolo rom. Spostandosi nei secoli fra diverse zone e paesi, questo popolo nomade ha infatti subito svariate influenze e contaminazioni culturali che hanno reso la sua cucina (e non solo) unica nel suo genere, e un vero e proprio simbolo dell’incontro tra culture.
Se anche voi sapete poco o niente delle tradizioni di questo popolo e dei suoi piatti più tipici, continuate a leggere per scoprire qualche curiosità!
Da dove viene il popolo rom
Innanzitutto, è bene chiarire di che popoli si parla con il termine ‘rom’. Spesso usato come sinonimo di ‘zingari’ o ‘gitani’ nel parlato, è però preferibile a queste definizioni, che storicamente hanno un’accezione dispregiativa e non apprezzata dai popoli stessi.
Nonostante questa parola venga spesso erroneamente usata in maniera molto generale per riferirsi ai gruppi nomadi in generale, con ‘rom’ si intende in realtà uno specifico gruppo della popolazione romanì, che parla l’omonima lingua. Tuttavia, ad oggi, la maggior parte dei popoli di lingua romanì si autodefiniscono e identificano proprio con il termine rom.
I rom sono originari dell’India settentrionale, e parlano una lingua derivante dal sanscrito antico, che si presenta molto simile e comprensibile fra i diversi gruppi nomadi che condividono le stesse origini, e ha delle similitudini con lingue tutt’oggi parlate in alcune regioni dell’India. Ai giorni nostri, il popolo rom è distribuito principalmente in Europa – ma non solo, a causa delle persecuzioni che nella storia hanno portato i rom a emigrare anche in altri continenti – e si divide a sua volta in varie minoranze e sottogruppi regionali che presentano qualche differenza.
La tradizione culinaria rom
È doveroso dire che non esiste una tradizione culinaria unificata rom per questo popolo: trattandosi di gruppi che storicamente si sono spostati per tutta Europa, stabilendosi in paesi diversi, anche la loro cucina nel tempo si è frammentata, adattandosi e modellandosi in base ai paesi in cui ognuno di questi gruppi ha vissuto più a lungo interagendo con le usanze locali.
Nonostante non ci sia una tradizione ben definita, esistono però alcuni piatti e ingredienti ricorrenti che appartengono in maniera abbastanza unificata alla cultura rom. In generale, la cucina rom contiene elementi della cucina indiana e sud-asiatica, ma ha anche varie similitudini con la cucina ungherese, come ad esempio nei piatti di carne, molto speziata e condita con vari sughi. Queste diverse influenze si ritrovano nella piccantezza e il forte uso di spezie della cucina rom, in cui si usano ad esempio molto l’aglio, la paprika e il peperoncino.
Anche le patate, trattandosi di un cibo economico, versatile e reperibile facilmente più o meno ovunque, sono un alimento molto amato da questo popolo. Proprio le patate, insieme ai peperoni, il cavolo verza e il riso sono considerabili come ingredienti base della cucina rom.
Per quanto riguarda la carne, storicamente questi popoli hanno prediletto le tipologie di carne più facilmente reperibili cacciando, o più economiche da acquistare. Per questo, maiale e manzo fino a tempi recenti non venivano spesso utilizzati, preferendo invece pollo, capra, coniglio, lepre, uccelli come la pernice, ma anche lumache – usate per preparare una zuppa considerata prelibata dalla popolazione rom.
In generale, nella cucina rom nulla viene sprecato, e si fa affidamento sui cibi più facilmente reperibili in natura come appunto gli animali selvatici. Ci sono però alcuni animali che è vietato consumare anche in questa cultura, come cani, gatti, rane e serpenti, considerati portatori di malaugurio.
I piatti più amati dal popolo rom
Un po’ come nella tradizione italiana, il pane non può mancare nei pasti rom: fritto e a base di mais (xaritsa) o al forno (bogacha), fa da accompagnamento ai vari stufati e salse molto amati in questa cultura. Un esempio è lo stufato di coniglio, tipo di carne molto utilizzato dai rom, cucinato insieme alle sue interiora in un sugo contenente patate e peperoni.
Parlando di carne, un piatto unico nel suo genere è sicuramente l’hotchi-wotchi: una pietanza a base di carne di riccio, insaporito con dell’aglio e fatto arrosto avvolto in delle grandi foglie. In questo caso si tratta di un piatto legato più che altro al passato in cui, per questioni di reperibilità e mancanza di mezzi per acquistare altri tipi di carne, si ricorreva spesso ad animali selvatici di questo tipo come fonte di proteine.
Non solo carne ma anche tanti dolci, fra cui il pirogo – a base di noci, uvetta, ananas, pasta all’uova, burro e formaggio spalmabile – tortine di fichi o a base di mandorle. Per quanto riguarda le verdure, il cavolo verza è sicuramente una delle più utilizzate in diversi piatti, come il sarma, cavolo ripieno di riso e carne. Nelle occasioni speciali e i giorni di festa, invece, il cavolo viene sostituito dai peperoni, sempre cucinati arrosto e ripieni.
La cucina rom oggi si è evoluta molto, assorbendo varie influenze europee e subendo come ogni cultura gli effetti della globalizzazione. Soprattutto nei casi dei gruppi rom meglio integrati nelle comunità locali, non è raro trovare ingredienti come la carne di maiale o di manzo, ma anche la pasta e gli gnocchi, sempre rivisitati secondo i gusti e le tradizioni unici di questo popolo, che continuano a essere tramandati tra le generazioni.
Fonti
https://it.wikipedia.org/wiki/Rom_(popolo)