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Bon ton al sushi bar: 3 regole indispensabili

Che si tratti di nigiri sushi, uramaki, hosomaki o sashimi, il sushi ha ormai da tempo conquistato anche noi italiani, fino a diventare una vera e propria moda. Come ogni cultura gastronomica, anche quella del Giappone raccoglie un universo di tradizioni e usanze, che noi occidentali, spesso involontariamente, ignoriamo. 

Cosa dice il galateo nipponico? Esistono delle regole di bon ton da rispettare quando si mangia al sushi bar? Andiamo a scoprire quali sono le 3 dritte indispensabili per non risultare ineleganti e non rischiare di infrangere l’etichetta nipponica.

1) Il bon ton delle bacchette 

Quante volte vi siete ritrovati a maneggiare maldestramente le bacchette per poi vedere il vostro nigiri sushi cadere rovinosamente nella salsa di soia? Aldilà delle tecniche migliori di impugnatura, esiste un vero e proprio bon ton delle bacchette che ne inquadra gli usi scorretti e, in alcuni casi, addirittura offensivi per la cultura nipponica. Scopriamo quali.

  • Le bacchette vanno tenute con le estremità delle dita, ed è molto maleducato infilzarle nel cibo. Non cadete nella tentazione di infilzare il sushi per cercare di acchiapparlo più facilmente, perché questa è considerata una grave infrazione all’etichetta. Se per esempio infilzate le bacchette lasciandole verticali nella ciotola di riso, in Giappone questo viene ritenuto un gesto non solo maleducato, ma anche di cattivo augurio perché rimanda a un rito funebre. Al defunto, infatti, durante la veglia funebre, viene portata in offerta una ciotola di riso con le bacchette in posizione verticale, per accompagnarlo nel suo viaggio verso l’aldilà. 
  • Altra cosa vietatissima, che richiama anch’essa una cerimonia funebre, è quella di passarsi il sushi con le bacchette. Questo gesto, infatti, rimanda alla pratica del kotsuhiroi, molto sentita in Giappone, nella quale le ceneri del defunto vengono messe in un’urna e i frammenti di ossa più grandi vengono passati di persona in persona con delle bacchette di legno. 
  • Le bacchette non vanno mai incrociate, perché questo è un segno di morte, ed è inoltre molto maleducato usarle per gesticolare o indicare qualcuno.
  • Dopo averle usate, vanno appoggiate sul porta-bacchette (hashioki), ed è considerato inelegante posarle sul bordo del piatto tra un sushi e l’altro. Per indicare che avete finito, invece, lasciatele sopra la ciotola di soia.
  • Se volete prendere il sushi da un piatto condiviso, è buona regola utilizzare il dorso pulito delle bacchette. 
  • Come è inelegante e maleducato nella nostra cultura leccare il coltello, non fatelo nemmeno con le bacchette, perché questa è considerata un’infrazione alle regole delle buone maniere.

Una curiosità: Vi siete mai chiesti come mai, prima del pasto, vi portino un piccolo asciugamano caldo? Perché il sushi può essere anche mangiato anche con le mani! La tradizione giapponese, infatti, lo consente, e in alcuni casi persino lo raccomanda. Mangiarlo con le mani è anzi una forma di riconoscenza verso chi ha preparato il sushi e permette di creare un dialogo più diretto con lo chef. Un discorso diverso va fatto per il sashimi, che invece va mangiato con le bacchette.

2) Il giusto modo di utilizzare i condimenti

  • Soia: Non riempite mai troppo la ciotolina della soia, perché questo è sinonimo di maleducazione. Questo condimento, infatti, deve essere utilizzato con moderazione: basterà semplicemente ricoprire di poco il fondo della ciotola. È inoltre una buona regola non versare la salsa di soia agli altri commensali, perché anche questo è considerato un gesto poco elegante.
  • Zenzero: Le fettine di zenzero hanno come unica funzione quella di pulire il palato fra un sushi e l’altro. Non aggiungetele al sushi, ma usatele solo per rinfrescare la bocca. 
  • Wasabi: Sull’aggiungere o meno il wasabi alla salsa di soia il galateo del sushi si divide. La tradizione, in ogni caso, vorrebbe che non si stemperasse il wasabi nella soia, e suggerisce invece di aggiungerne un po’ direttamente sul nigiri o sul maki prima di intingerli nella salsa.

3) Il bon ton del sushi a tavola 

Innanzitutto, se il cameriere vi porta un piccolo asciugamano caldo (oshibori), lavatevi bene le mani prima di cominciare e poi riponetelo, piegato, sul piattino su cui è stato servito.

Un’importante regola del galateo è quella di servire da bere a chi vi siede accanto. In Giappone, infatti, non ci si versa mai da bere da soli perché questa è considerata una forma di maleducazione. Servite prima da bere ai vostri commensali e poi questi ultimi ricambieranno il gesto per voi.

Cercate di essere moderati quando ordinate, perché lasciare qualcosa nel piatto a fine pasto è considerato un segno di disprezzo e di maleducazione, pertanto è buona educazione ordinare un piatto alla volta e non lasciare avanzi. 

Una volta fatto l’ordine, versate la giusta quantità di soia nell’apposita ciotolina e intingetevi il sushi dalla parte del pesce. Noi occidentali commettiamo spesso l’errore di immergere il sushi dal lato del riso (che così rischia di sfaldarsi), mentre è la fettina di pesce a dover essere delicatamente intinta (e non inzuppata!) nella salsa di soia. Il boccone, poi, deve essere portato alla bocca in modo che il lato del pesce sia a contatto con la lingua, così che ne si possa assaporare al meglio il sapore.

Un ultimo suggerimento, ma non meno importante: il sushi va mangiato in un boccone solo, senza essere morso. Spezzarlo a metà, infatti, vuol dire mancare di rispetto allo chef, che ha creato quello specifico taglio per garantire il giusto equilibrio di sapori. Mai dividerlo in pezzi, quindi, o portarne alla bocca solo una metà lasciando l’altra nel piatto, perché è considerato un insulto e una forma di poco rispetto (quasi come chiedere un coltello per tagliare il sushi!). Ricordatevi, infine, che in Giappone il riso è considerato un alimento sacro, quindi cercate di non lasciare nemmeno un chicco di riso nel vostro piatto. 

Se questo articolo vi ha incuriosito, andate a scoprire più nel dettaglio la cucina e la cultura giapponese seguendo il corso di Hirohiko Shoda,

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