Scopriamo insieme cosa implica una certificazione di pesca sostenibile e in quale modo possiamo far valere le nostre scelte.
La pesca non sostenibile e il sovrasfruttamento delle risorse ittiche minacciano la salute dei mari e degli oceani e la possibilità delle generazioni future di poterne usufruire al meglio. Ecco perché.
Le etichette alimentari dei prodotti ittici
Da fine 2014, l’Unione Europea ha reso obbligatorio fornire le seguenti informazioni direttamente sul pack di prodotti ittici: dati sulla specie, sul luogo di cattura e sul metodo di cattura (per esempio come il tipo di rete). Le seguenti informazioni sono fondamentali per rendere la nostra scelta d’acquisto sempre più cosciente e quindi sostenibile per il pianeta.
Le principali certificazioni di pesca sostenibile
Le principali certificazioni di pesca sostenibile sono: Marine Stewardship Council, Friends of the sea, Aquaculture Stewardship Council.
La certificazione Marine Stewardship Council
La certificazione Marine Stewardship Council (MSC), dal riconoscibile logo azzurro, è un’organizzazione non profit che opera per promuovere la pesca sostenibile, affinché gli oceani possano essere sempre pieni di vita. Lo standard di pesca MSC si basa su tre principi fondamentali che ogni attività deve soddisfare:
- stock ittici sostenibili: rimane abbastanza pesce nell’oceano? La pesca deve lasciare in mare abbastanza risorse per far sì che lo stock possa riprodursi e l’attività di pesca possa così proseguire nel tempo;
- riduzione al minimo dell’impatto ambientale: quali sono gli impatti? La pesca dev’essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto, consentendo a piante e animali marini di prosperare;
- efficace gestione della pesca: le operazioni sono ben gestite? La pesca dev’essere gestita dalle aziende in modo responsabile e nel rispetto delle leggi vigenti.
La certificazione Friends of the sea
I requisiti per ricevere la certificazione Friends of the sea sono:
- il non sovrasfruttamento degli stock ittici come indicato dalla FAO, dagli enti regionali e dalle autorità nazionali per la pesca;
- l’abolizione di tecniche fortemente impattanti sul fondale marino;
- attrezzature di pesca selettive (massimo 8% di scarto);
- nessuna cattura accessoria elencata come “vulnerabile” o presente nella Lista rossa IUCN;
- rispetto dei requisiti legali (compresi TAC, nessuna pesca INN, dimensione delle maglie delle reti, dimensioni minime, ecc.);
- gestione dei rifiuti e dell’energia;
- responsabilità sociale;
- l’uso di dispositivi di concentrazione dei pesci (DCP) non impiglianti.
La certificazione Aquaculture Stewardship Council
Gli standard Aquaculture Stewardship Council per l’acquacoltura responsabile affrontano i principali impatti ambientali dell’agricoltura, stabiliscono requisiti per i diritti dei lavoratori e proteggono le comunità che circondano le aziende agricole certificate.
I requisiti per ricevere questa certificazione sono:
- gli itticoltori non devono in alcun modo danneggiare l’ambiente in cui esercitano;
- antibiotici e prodotti chimici devono essere ridotti al minimo;
- il cibo con cui i pesci allevati vengono nutriti deve essere di provenienza sicura e certificata;
- la qualità dell’acquadeve essere preservata e le malattie dei pesci prevenute;
- il lavoro deve essere tutelato e deve portare valore alla comunità.
Perché le certificazioni di pesca sostenibile sono importanti
Le certificazioni di pesca sostenibile costituiscono una prova obiettiva che le aziende pescano in modo sostenibile, senza distruggere l’ambiente con le loro attività. Se le certificazioni in futuro saranno utilizzate da tutti, sarà possibile usare le risorse oceaniche a tempo indeterminato, in quanto potranno continuamente rigenerarsi.
Attenzione alla taglia dei pesci
Non sempre possiamo fare riferimento alle certificazioni per assicurarci che il nostro “pescato del giorno” sia sostenibile, quindi, che fare? Una tecnica molto utile quando ci si trova in pescheria è quello di fare attenzione alla taglia minima consigliata per la specie che si intende acquistare (basta una semplice ricerca su internet per sciogliere ogni dubbio a riguardo). Pesci al di sotto della taglia minima consigliata, infatti, risultano essere troppo giovani e questo implica che non abbiano ancora raggiunto la maturità sessuale e di conseguenza non si siano ancora riprodotti.
La cattura di pesci troppo giovani
La cattura di pesci troppo giovani è una delle cause più pesanti di spopolamento dei mari, e, per quanto i controlli negli ultimi anni siano più frequenti, ancora si trovano in commercio esemplari che dovrebbero trovarsi in mare aperto.
La stagionalità dei pesci
Inoltre, è buona pratica rispettare la stagionalità: ci sono periodi in cui è vietato pescare determinate specie di pesci, poiché nel momento della riproduzione. E quindi quelli che si trovano in commercio provengono quindi da molto lontano, rendendo il prodotto non sostenibile.
La pesca sostenibile del gambero di Mazara del Vallo
Per parlare di eccellenze italiane, anche la pesca del famoso (e buonissimo) gambero di Mazara del Vallo non è sostenibile: scopri perchè insieme a Chef in Camicia.