Le fave sono legumi che ci regalano la primavera, ma anche il favismo, una pericolosa patologia ad esse correlata.
Con l’arrivo della primavera ritornano le fave, legumi ricchi di proprietà benefiche, versatili perché è possibile consumarle cotte o crude. Ma le fave non possono essere mangiate da tutti, perché molto diffusa è una malattia ad esse collegate, il favismo, che può scatenare gravi conseguenze.
Cosa sono le fave
Le fave appartengono alla famiglia dei legumi e pertanto possiedono molte proprietà, ma rispetto ai fagioli sono qualitativamente superiori in termini proteici. Arrivano negli ortofrutta nel periodo della primavera e si raccolgono fino a tutto il mese di maggio circa, in base alla zona di produzione. Sono diffuse soprattutto nell’Italia centro meridionale.
Le proprietà delle fave
Le fave sono ricche di proprietà come fibre alimentari, ferro, potassio, magnesio, rame, selenio, vitamine, composti fenolici con proprietà antiossidanti. Naturalmente, per assumere integralmente tutte le proprietà di questo legume è necessario consumarle crude, infatti, come per tutti i vegetali, in cottura gran parte delle proprietà delle fave si disperdono. Ma si consiglia il loro consumo sia da fresche sia da cotte poiché sono molto utili per contrastare i sintomi di malattie degenerative di vario genere, come alcune patologie cardiovascolari e infiammatorie. Anche le sue foglie hanno effetti benefici, vengono infatti essiccate e usate per stimolare la diuresi. Per la presenza di ferro sono utili in caso di anemia. Negli ultimi anni alcuni studi hanno persino messo in luce una correlazione tra il consumo di fave e la lotta contro il morbo di Parkinson, grazie ad una sostanza in esse contenuta, il levodopa.
Utilizzo delle fave in cucina
Come tutti i legumi, le fave rappresentano un’importante fonte di proteine soprattutto nelle diete vegane e vegetariane, ma già nella cucina contadina, erano insieme ai cereali le principali fonti di sostentamento. Sono molte le ricette della cucina popolare dell’Italia centro meridionale che le vede protagoniste.
Quando i baccelli sono ancora molto teneri sono ideali da consumare crude, condite con olio e cipolletta fresca ed accompagnate da formaggio di pecora fresco o stagionato e salumi.
Cotte invece si prestano a zuppe e minestroni o in combinazione a cereali e pasta, molto diffuso in Sicilia è il macco di fave che ha una consistenza cremosa.
Favismo, una malattia molto pericolosa
Tutti i benefici delle fave però, non possono essere disponibili a chi è affetto da favismo che piuttosto deve anzi stare molto attento a non consumare sia fave che piselli. Infatti, il soggetto affetto da favismo, dopo 12-48 ore dall’ingestione di piselli o fave, manifesta disturbi che possono essere lievi o molto gravi. Se il favismo si manifesta in forma grave, il soggetto potrebbe avere un collasso cardiocircolatorio
Esistono varie forme di favismo e, in base alla gravità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità distingue cinque livelli, tra le conseguenze più gravi si manifesta con insufficienza renale acuta ed anemia emolitica cronica. E’ dunque una malattia molto pericolosa e purtroppo anche abbastanza diffusa, in Italia, la regione nel quale il favismo è più diffuso è la Sardegna.