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L’impronta ecologica del latte

Il latte vaccino ha un impatto ambientale importante, per questo sarebbe meglio scegliere alternative vegetali, soprattutto avena e soia.

Il latte è forse l’alimento che più di tutti gli altri ci accompagna dalla nascita lungo l’intero arco della nostra esistenza, da secoli. La scelta più comune ricade sul latte vaccino, il cui consumo però, negli ultimi anni, si è sensibilmente ridotto a favore, è infatti una notizia positiva, delle alternative vegetali. Si tratta di un passo avanti in termini di sostenibilità e di impatto sull’ambiente e sugli allevamenti di animali.

 

 impronta ecologica del lattechef in camicia

 

Una questione di sostenibilità: avena e soia le più green

Rispetto alle soluzioni vegetali che troviamo in commercio, 1 litro di latte vaccino necessita per essere prodotto di 628 litri di acqua e di 99 mq di terreno; emette 3 volte tanto la quantità di gas serra rispetto alle bevande vegetali. Attenzione anche nella scelta di quest’ultime: produrre il latte di mandorla ad esempio implica lo sfruttamento di grandi quantità di acqua, fertilizzanti e pesticidi. Nemmeno scegliere il latte di riso sembra essere la soluzione più sostenibile visto che la sua produzione nelle risaie genera, quando queste si allagano, gas metano che disperdendosi nell’atmosfera contribuisce negativamente al riscaldamento globale. Le alternative più green sembrano essere l’avena e la soia, visto il minor numero di risorse e di emissioni per la loro produzione.

 

Bevande vegetali, ancora troppo care

Purtroppo sulle bevande vegetali pesa l’eccessiva tassazione rispetto a quello vaccino, 5 volte di più del suo concorrente di origine animale: questo infatti ha l’IVA al 4% mentre quello vegetale, come un bene di lusso, al 22%. Nonostante nel 2018 sia stato presentato in Parlamento un decreto per ridurre la tassazione sulle bevande vegetali, non essendo stato mai approvato, la situazione resta la stessa.

 

 impronta ecologica del lattechef in camicia

 

Non chiamiamolo “latte vegetale”

In più l’Unione Europea nel 2017 ha vietato l’utilizzo del termine ”latte” per riferirsi alle bevande vegetali poiché non contenenti le stesse sostanze nutritive del latte vaccino. Questo è vero ma in commercio ormai si trovano valide alternative rinforzate e integrate con vitamine, minerali e proteine. Fatto sta che questi provvedimenti e questa riluttanza da parte delle autorità preposte non fanno altro che allontanare una buona fetta di consumatori da questo tipo di prodotto.

 

Scegliere consapevolmente 

Preferire più spesso le bevande vegetali al latte vaccino non deve necessariamente seguire a una scelta alimentare vegana ma può semplicemente diventare una buona abitudine, da alternare al latte vaccino per esempio, per ridurre consapevolmente l’impatto sull’ambiente, seguendo uno stile di vita più sostenibile nella misura in cui si desidera.

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