Dopo la stella Michelin Yoji Tokuyoshi si dedica ad una cucina democratica: in pieno lockdown rilancia con la bentōteca.
Lo chef Yoji Tokuyoshi ha realizzato il suo sogno italiano. Il ristorante aperto a Milano viene immediatamente premiato dalla più importante guida di settore. Ma il vero talento è emerso proprio nel periodo più difficile per la ristorazione, il lockdown.
Chi è Yoji Tokuyoshi
Yoji Tokuyoshi ha nazionalità d’origine giapponese, ma un’anima metà italiana. Già nella capitale nipponica cerca impiego in vari ristoranti italiani, ma a 27 anni decide di fare esperienza diretta di quella cultura gastronomica che vuole fare sua. Il suo talento viene immediatamente captato da Massimo Bottura che lo incarica sous chef. All’Osteria Francescana Yoji Tokuyoshi investe nove anni del suo percorso di lavoro e formazione, fino a quando nel 2015, è pronto per intraprendere l’attività imprenditoriale.
Il ristorante Tokuyoshi
Finalmente Yoij Tokuyoshi è approdato all’obiettivo perseguito da anni, proporre la sua cucina italiana. Il 4 febbraio 2015 apre a Milano il ristorante TOKUYOSHI, ma non è la solita cucina fusion. C’è una precisa e singolare identità, gli ingredienti sono esclusivamente italiani, ma le tecniche di preparazione e la filosofia sono frutto della memoria e dell’estetica giapponese di Yoij Tokuyoshi.
I riconoscimenti di Tokuyoshi
Già a dicembre 2015 al ristorante TOKUYOSHI riceve una stella Michelin e dopo due anni, Yoij Tokuyoshi ottiene il Premio Creatività in Cucina 2017 di Identità Golose. Probabilmente spinto da tanto entusiasmo, nel 2019 inaugura un secondo ristorante a Tokyo, Alter Ego. La proposta è comunque una cucina italiana.
La Bentōteca di Yoji Tokuyoshi
Yoji Tokuyoshi volge in positivo il periodo lockdown. Già prima che scoppiasse la pandemia lo chef Yoji Tokuyoshi stava lavorando all’idea di questo progetto, ma durante l’emergenza Covid si è trasformato nella fornitura di 50 pasti giornalieri ai medici impegnati all’Ospedale San Giuseppe di Milano. La sua Bentōteca è un riadattamento di un tipico locale di gastronomia giapponese che propone “bentō e udon kit”, ovvero dei pasti completi, come tradizione giapponese comanda.
Anche stavolta non è il fusion che ci si aspetterebbe, la Bentōteca rappresenta i sapori giapponesi sempre mantenendo una chiave di lettura occidentale.
Che cos’è il bento giapponese
n Giappone il bentō è una scatola con dentro un pasto completo molto semplice, solitamente si trova il riso, un uovo cotto, del pollo e della verdura. Lo chef Yoji Tokuyoshi ne personalizza presentazione ed impiattamento secondo il suo senso estetico, e tra gli ingredienti inserisce l’anguilla, lo sgombro panato, le ali di pollo fritte, gli yakitori. Ai bentō affianca delle zuppe, come lo sukiyaki ed abbina vini naturali. Anche il prezzo è allettante, poiché l’obiettivo è la democraticità del buon cibo, si va dai 12 euro per il pranzo ai 18/20 per la cena.